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Piccola criminalità

Nelle ultime settimane si parla moltissimo delle borseggiatrici sui mezzi pubblici di Milano che danno una senzazione di insicurezza perchè colpisce direttamente le persone nella loro vita quotidiana facendoli sentire sempre piu' indifesi.
Il professor Gianluigi Gatta, ordinario di diritto penale e direttore del Dipartimento di scienze giuridiche "Cesare Beccaria" all'Università Statale di Milano, parla di un problema serio riguardante le borseggiatrici seriali nelle stazioni centrali del metrò di Milano. Spesso, queste donne sono madri di neonati o incinte e quindi non scontano la pena a causa del rinvio dell'esecuzione della pena previsto dal codice penale per ragioni umanitarie e di tutela dei bambini. Tuttavia, questa pratica può essere strumentale per evitare il carcere e continuare a rubare, creando un circolo vizioso che coinvolge molte vittime, tra cui i cittadini derubati sui mezzi pubblici, i neonati e le madri stesse, spesso donne rom sfruttate dai loro gruppi di appartenenza. Il professor Gatta suggerisce che sia necessario trovare una soluzione a questo problema senza trascurare le vittime e il rispetto dei diritti umani.

La proposta di collocare le borseggiatrici all'Icam (Istituto di custodia attenuata) invece di rimandarle nei campi nomadi ha molto senso perchè protegge le madri borseggiatrici e i loro figli dagli sfruttatori e allo stesso tempo non lascia impuniti i reati. Gli sfruttatori di queste donne scelgono Milano e l'Italia come posto di "lavoro" proprio perchè la pena prevista è bassa e sopratutto difficilmente applicabile. 

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